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sabato 27 giugno 2009


Nella conca di Noventa

Cortina al crepuscolo

Monte Piana, Valle dei Castrati, di fronte al Monte Piano

venerdì 26 giugno 2009

L'insostenibile pesantezza dell'essere

Un escamotage, una citazione improbabile che niente ha a che vedere con Milan Kundera, e tuttavia una insostenibilità, una pesantezza sempre più presenti e pressanti.

L'insostenibilità dell'età, la pesantezza dell'inutilità: queste sono le sensaz... no, le certezze che mi accompagnano ormai quotidianamente. La certezza è che, nonostante quello che afferma qualche privilegiato, la vita non comincia a 40 anni, e soprattutto si trova drammaticamente in crisi prima dei 50, se per caso ti capita qualcosa. Un cinquantenne serve solo all'agenzia delle entrate, quando si tratta di spremerlo, ma nel mondo del lavoro non viene affatto considerato.

Una volta si discriminava tra uomini e donne, ma la legge questo, almeno formalmente, non lo consente più; in compenso si continua a discriminare per età, e sopra i 25 anni le offerte si fanno rarefatte come l'ossigeno sopra gli ottomila. Nessuno tiene in conto l'esperienza, nemmeno la necessità o la disperazione. E così mentre certi posti e certe offerte vengono disertate perche i giovani non le vogliono, ci sono quarantenni che non riescono a trovare una collocazione.

L'attuale crisi, poi, non fa altro che fare il gioco dei piccoli imprenditori, non meno che delle grandi multinazionali, che si trovano davanti ad una enorme offerta di personale e possono scremare a loro piacimento, permettendosi di tenere bassi i compensi alla luce del "se non ti va quella è la porta, come te ne trovo a decine".

E vi garantisco che essere tra i tanti che non arriva alla fine del mese non è una consolazione. Ma a svantaggio dell'età c'è la considerazione che ogni giorno che passa è drammaticamente più difficile trovare una occupazione, che ogni giorno senza lavoro abbatte la tua autostima, seppellisce la tua coscienza di te stesso, indebolisce la tua volontà.

Guardando Camillo dal buco


Il Mercato a Piazza delle Erbe


Piazza Cavour e la Torre degli Anziani

La sagra dell'ipocrisia

"Come stai ?"
"Non c'è male grazie, e tu ?"

Formula standard, nelle sue molteplici variazioni. Giusto una formula, un modo per aprire una conversazione, una domanda che non accetta altre risposte, e tutto si chiude li.

Avete mai provato a rispondere la verità, a quella domanda banale e banalizzata ?

"Ciao, come va ?"
"Da schifo, il lavoro è quasi nullo e mal pagato, sono solo come un cane, la salute va così così" (e magari tutte queste cose sono nella stessa risposta). Se lo dite di persona, "dal vivo" la faccia del vostro interlocutore cambia, l'espressione si fa vacua, poi salta fuori un appuntamento urgente (a meno che non stiate parlando con un prete o uno psicologo) e siete di nuovo soli.
Se invece lo fate a distanza (un SMS o Internet) allora potete star sicuri che avete perso un amico. (Beh, non un grande amico, in questo caso, anzi potrebbe essere un utile stratagemma per liberarsi da qualche rompiscatole).

Poi ci sono i positivi a oltranza, quelli che ti dicono che le cose cambieranno, che tutto andrà per il meglio, che tu ti meriti molto di più... e tu li stai ad ascoltare e non riesci veramente a capire se sono stupidi o se pensano che tu lo sia, e ti faccia abbindolare dal loro ottimismo a buon mercato.

Che fare? Io una strada l'ho trovata, alla domanda "Come va?" rispondo "Come al solito." e lascio che chi mi sta davanti capisca quello che vuole.

Lo so, sono ipocrita, qualcuno non lo è ? Beato lui, vuol dire che può permetterselo.

Dedicato a Stefano, Luigi1, Luigi2, Maria, Antonella, Betty (continua)