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sabato 12 settembre 2009

All'inizio c'era la marmotta che incartava...

11/05/2006
All''inizio solo i robot positronici potevano entrare in quell'area dalle ali luccicanti
come farfalle che si riproducono solitamente tra le 4 e le 16 volte all'anno. Poi, poco prima,
ecco che un gruppo di delfini si profila all'orizzonte saltando sopra e sotto la schiuma
dell' honda, kawasaki e yamaha, che si contendono il primate, come lo scimpanzé, l'orango
e il gorilla.
Nelle serre idroponiche le colture intensive risentono dell'abbronzatura causata dalle
lampade solari, che come è Noto anche Silvio lo era, ma forse non era siciliano.
Se il prodotto della collisione tra due culture è una sottocultura che assorbe i tratti
distintivi, allora anche i gagliardetti, si, bisognerebbe fare dei nuovi gagliardetti con
lo stemma della società, ma quale società, dico io, se al disgregarsi dei valori e delle fedi si
chiede "oro alla patria".
E Rusty, acquattato dietro un masso, con al suo fianco il fido amico quattrozampe
indicava laggiù Lassie, dicendo "vai Rin Tin Tin, vai e colpisci" Tra le bottiglie rotte
lei che porta addosso stracci e piume prese in qualche dormitorio ti offrirebbe arance
e the, se non sapesse che tu vuoi latte freddo, tre etti di farina, due uova, una stecca di
cannella, un bastoncino di vaniglia, della rapatura di limone, 2 etti di burro. Preparazione

e non ho mica ancora finito, che vi credete, di cose da dire ne ho potrei andare avanti
per anni, e non riuscirei a stare dietro agli anni che gia sono passati, e dire che da
piccolo il passato di verdura lo odiavo, e invece adesso lo odio, e quello è tutto tempo perso,
non si recupera più, perche tu ti ricordi, ti ricordi Michel dei nostri pantaloni corti, ma ricordi
solo le cose che ricordi, ce ne sono migliaia di altre che sai, ma non te le ricordi, perché
non sai che devi ricordarle, aspetti un catalizzatore e chissà se arriverà mai, per esempio
quel tappeto, quanto viene? quanto ? no, troppo, e cosi via, vedi che adesso ti ricordi ?
e poi c'era la marmotta che incartava la cioccolata

19/05/2006
Oggi cercavo di uscire da una conta di conigli spollati quando Suzanne si è rifatta viva.
Com' è delicata, ma questa è un'altra storia.
L'importante è capire che non c'e niente di importante, anche quando corri sulla tua moto,
e poi scendi, prendi un gelato al limon e riparti.
Bisogna solo stare attenti quando chiedi un Pink Champagne ghiacciato e ti dicono
che .... ma sono sicuro che lo sapete, cosa vi dicono.
Sono passato dalla stazione di Sant'Ilario, ma lei non c'era... sarà ancora viva? boh? in
realtà lei non l'ho mica mai incontrata, anche se tutti dicono che esiste ed è proprio
come si racconta.
Però mentre ero li, tra le carte che volano via nella stazione, al freddo, ho deciso che era
meglio se ripartivo, ma senza prendere quel treno, che c'è una locomotiva che non mi piace.
Sbircio di sguincio, senza farmi notare, ma non vedo la marmotta.... sarà andata a fare la pipì.


01/05/2007
e poi si va in ...... maremma maiala ma che posto pieno di zanzare, eppure lei è li,
come fosse niente, sta, geme ma vive. Che tenerezza...E quando ci penso e mi vedo
cercare di riempire una grande cisterna con una canna di gomma, e butto acqua, e
butto, e butto.... ma il livello non sale mai, come se ci fosse un buco sotto, e tutta l'acqua
che butto se ne esce dal buco, e la cisterna rimane vuota...
Chilometri su chilometri, speranze su speranze, e poi una sola delusione e tutti i
chilometri spariscono, tutte le speranze spariscono e resto qui, indeciso tra vivere e non
vivere.
Guardo il sole che tramonta, poi sono il sole e guardo me che tramonto... cosa è più reale,
tra le due?
Ascolto Miglia, l'ascolto per miglia e miglia, e alla fine non ho sentito niente, ma le miglia
passano, sono sempre più lontano.
... Lontano da dove, se non sono mai stato vicino ?

eppure lo so che adesso sono qui... ma che scemo, qui non è più quel posto che conoscevi,
adesso qui è boh, e tra poco sparisce. Al suo posto non si sa cosa ci sarà, ma chiamiamolo
per convenzione "Qui". Come si sta Qui? boh Da che parte si va per andare Qui? boh.
E perche lei non c'è ? boh Ma lei chi?
.... ehhhh lo sai chi, citrullo !

Una volta c'era una Marmotta (si, con la M maiuscola); incartava la cioccolata, certo,
non un lavoro da marmotta, ma lei lo faceva con dignità. Ora la Marmotta non c'è più, è
andata a fare la pipì e non è più tornata, e tra poco non ci sarà più nemmeno chi la cerca e
non la trova (e non è la Titina, per i furbetti che credevano di aver capito!! )

21/08/2007
Già... chissà chi se la ricorda la marmotta, quello che ha rappresentato per ciascuno di
noi... beh, certo, ognuno aveva la sua, di marmotta, partendo dall'idea generica di
marmotta, e anche quelli che non ne avevano una avevano sempre e comunque
l'idea di marmotta. Fino a quando l'essenza in se della marmotta è andata
disparendo, dissolvendosi con l'imporsi di altri testimonial.
Poco importa cosa la marmotta rappresentava per se stessa, l'importante è cosa
rappresentava per ciascuno, una sorta di astrazione dell'idea di marmotta, una sua
catarsi dal ruolo assegnatole, una soggettivazione.

Vabbè, la marmotta è morta, viva la marmotta. Chi si sente solo, svuotato, abbandonato,
tradito ? Beh impossibile essere "tradito" si può essere solo "tra-dita", è un fatto
meramente fisico. Eppure il tradimento mica sempre è una cosa fisica, anzi c'è chi dice che
quello peggiore sia quello mentale, nella sfera sentimentale anziché in quella carnale.

Tradimento... una stigmatizzazione della voglia di essere vivi, in una maniera o nell'altra.
E che vuol dire ??? che chi non tradisce non è vivo ??
Mah... chi non tradisce:
1) non ha nessuno da tradire: ovvio, quindi ininfluente.
2) è innamorato (e forse tradito).
3) ha paura delle conseguenze.

Chi non ha mai tradito la marmotta che incartava la cioccolata alzi la mano e si unisca
a me. Gli altri si divertano e siano felici.


11/03/2008
povera marmotta... sei rimasta li, congelata da una nonsisaquale ondata di freddo,
causata da nonsisacosa. So che mi puoi sentire,anche se non lo dai a vedere. Le tue
colleghe adesso sballonzolano avanti e indietro legate alla cima di un albero, per
montare la cioccolata... tanti parallelismi con la mia personale marmotta...

forza... contate per iglia, ad alta voce;
maniglia, biglia, triglia, quadriglia.

per iglia... o per-iglio ?
non c'e periglio nel gheriglio, o figlio, se l'afferri con l'artiglio
e così abbiamo sistemato anche la forestale, ma purtroppo il bersaglio era quello sbagliato...
colpo sprecato.

a volte impreco, borbotto e anche di più, inveisco, contro gli strafalcioni (avevo una
compagna di classe, al liceo, che si chiamava Falcioni, ma non veniva da Stra) dei giornali
online, poi mi rendo conto che il livello intellettuale dei lettori è di gran lunga inferiore a
quello degli scrittori, e pertanto gli strafalcioni non verranno notati, e perciò noi
amanti della lingua italiana scompariremo, più velocemente di quanto potrebbe far
intendere la nostra età anagrafica.

povera marmotta mia...................................

26/10/2008
Qualche malalingua vuole darmi ad intendere di aver visto la marmotta (si, quella che
incartava la cioccolata) a Santa Monica, California, sdraiata in riva al mare, con
un mojito accanto (no, non è una specie di bagnino californiano)...

Non ci credo, naturalmente, ma solo perché ho paura di farlo. Voglio dire, uno si
affeziona, no? c'e una marmotta che fa un lavoro onesto, la vedi che ci mette tutta
sé stessa, nell'incartare la cioccolata, non è possibile che si faccia trascinare nella
perfida orbita dello star system.

Qui non ci sono marmotte, la forza lavoro costa poco, ma in compenso è pieno di
scimmie, ce ne sono dappertutto, a piedi, in motorino, alla guida di autobus,
taxi, macchine qualsiasi, c'è da aver paura, e infatti ho paura, anche se poi è laggiù,
lontano lontano, a casa, che succedono i guai... qui le scimmie è come se fossero
una specie protetta, anche da se stesse, impossibile che si facciano male, e loro che
lo sanno, le perfide, si divertono a provocare la sorte. E' per questo che ho paura.

E poi, scusa... come si vive in un paese che non sa che una volta c'era la marmotta
che incartava la cioccolata ?

Che amarezza

martedì 4 agosto 2009

Il grande vecchio

Finalmente ce l'ho fatta: due mesi di ansiose aspettative, un mattino che promette gran poco di buono, un pomeriggio-sera di pioggia varia, da sottile acquerugiola a diluvio torrenziale e finalmente il momento è giunto. Non so più se sono bagnato per l'umidità che ristagna sotto la cerata o per la pioggia che ho preso prima di infilarmela, ma a questo punto non importa più: ha smesso di piovere e sta per iniziare il suo concerto: Leonard Cohen, uno dei miti della mia giovinezza farà il suo ingresso sul palco con la sua band di fuoriclasse. Si spengono le luci delle Procuratie e la magia comincia. Poco importa che il concerto l'abbia già visto in DVD, l'emozione di esserci è grande, mi dimentico dell'umidità, della fame, del cielo ancora minaccioso (a vuoto, per fortuna). Grazie mister Cohen, shalom. Grazie Luca.

sabato 1 agosto 2009

Promette tempesta, ma alla fine non succede niente. Xiamen, la costa di fronte a Taiwan.
La città pare votata alle arti figurative, ci sono moltissime statue, sculture e installazioni.
Tra quelle che più hanno catturato la mia attenzione questa "Donne allo specchio"



Jimei, cittadina sulla terraferma cinese a nord di Xiamen, sede di accademie militari dove, tra condomini ed esempi di bruttura architettonica semimoderna compare, a volte, qualche vecchio tetto a pagoda. Degno di nota il bar Take Five, nella via del mercato, di cui vedete qui sotto la scala di accesso. Una balconata con tavolini esterni riparati garantisce una buona visuale sulla zona sottostante.



Una passerella di legno lungo la spiaggia di Xiamen (China). In questa regione i Cinesi sono piuttosto "schizzinosi" nei confronti del mare. Relativamente pochi si recano in spiaggia, e la maggioranza di questi lo fa completamente vestita, a volte anche con il parasole, pochissimi fanno il bagno in mare, che se pure un po' fangoso non è certo da disprezzare viste temperatura e umidità dell'aria.
Topi sulla spiaggia di Xiamen

Phuket Town. Questo gran viale con marciapiedi decorati e ricchi lampioni finisce nel nulla, di fronte a un ente navale, forse militare.

La spiaggia di Kata (Phuket Island)nella stagione delle piogge (molto secca)

lunedì 6 luglio 2009


Il rifugio Locatelli e, a sinistra, il Sasso di Sesto e la Torre di Toblin.


La Croda Rossa vista dalle Tre Cime

Le Dolomiti abbracciano l'Africa


La catena umana che tenta di circondare le Tre Cime di Lavaredo per portare un messaggio di solidarietà alle genti d'Africa. Sullo sfondo la Forcella Col di Mezzo.

Quanta della genuina commozione e della voglia di esserci, del sentimento di solidarietà dureranno più a lungo dell'eco di questa manifestazione? Speriamo...

sabato 27 giugno 2009


Nella conca di Noventa

Cortina al crepuscolo

Monte Piana, Valle dei Castrati, di fronte al Monte Piano

venerdì 26 giugno 2009

L'insostenibile pesantezza dell'essere

Un escamotage, una citazione improbabile che niente ha a che vedere con Milan Kundera, e tuttavia una insostenibilità, una pesantezza sempre più presenti e pressanti.

L'insostenibilità dell'età, la pesantezza dell'inutilità: queste sono le sensaz... no, le certezze che mi accompagnano ormai quotidianamente. La certezza è che, nonostante quello che afferma qualche privilegiato, la vita non comincia a 40 anni, e soprattutto si trova drammaticamente in crisi prima dei 50, se per caso ti capita qualcosa. Un cinquantenne serve solo all'agenzia delle entrate, quando si tratta di spremerlo, ma nel mondo del lavoro non viene affatto considerato.

Una volta si discriminava tra uomini e donne, ma la legge questo, almeno formalmente, non lo consente più; in compenso si continua a discriminare per età, e sopra i 25 anni le offerte si fanno rarefatte come l'ossigeno sopra gli ottomila. Nessuno tiene in conto l'esperienza, nemmeno la necessità o la disperazione. E così mentre certi posti e certe offerte vengono disertate perche i giovani non le vogliono, ci sono quarantenni che non riescono a trovare una collocazione.

L'attuale crisi, poi, non fa altro che fare il gioco dei piccoli imprenditori, non meno che delle grandi multinazionali, che si trovano davanti ad una enorme offerta di personale e possono scremare a loro piacimento, permettendosi di tenere bassi i compensi alla luce del "se non ti va quella è la porta, come te ne trovo a decine".

E vi garantisco che essere tra i tanti che non arriva alla fine del mese non è una consolazione. Ma a svantaggio dell'età c'è la considerazione che ogni giorno che passa è drammaticamente più difficile trovare una occupazione, che ogni giorno senza lavoro abbatte la tua autostima, seppellisce la tua coscienza di te stesso, indebolisce la tua volontà.

Guardando Camillo dal buco


Il Mercato a Piazza delle Erbe


Piazza Cavour e la Torre degli Anziani

La sagra dell'ipocrisia

"Come stai ?"
"Non c'è male grazie, e tu ?"

Formula standard, nelle sue molteplici variazioni. Giusto una formula, un modo per aprire una conversazione, una domanda che non accetta altre risposte, e tutto si chiude li.

Avete mai provato a rispondere la verità, a quella domanda banale e banalizzata ?

"Ciao, come va ?"
"Da schifo, il lavoro è quasi nullo e mal pagato, sono solo come un cane, la salute va così così" (e magari tutte queste cose sono nella stessa risposta). Se lo dite di persona, "dal vivo" la faccia del vostro interlocutore cambia, l'espressione si fa vacua, poi salta fuori un appuntamento urgente (a meno che non stiate parlando con un prete o uno psicologo) e siete di nuovo soli.
Se invece lo fate a distanza (un SMS o Internet) allora potete star sicuri che avete perso un amico. (Beh, non un grande amico, in questo caso, anzi potrebbe essere un utile stratagemma per liberarsi da qualche rompiscatole).

Poi ci sono i positivi a oltranza, quelli che ti dicono che le cose cambieranno, che tutto andrà per il meglio, che tu ti meriti molto di più... e tu li stai ad ascoltare e non riesci veramente a capire se sono stupidi o se pensano che tu lo sia, e ti faccia abbindolare dal loro ottimismo a buon mercato.

Che fare? Io una strada l'ho trovata, alla domanda "Come va?" rispondo "Come al solito." e lascio che chi mi sta davanti capisca quello che vuole.

Lo so, sono ipocrita, qualcuno non lo è ? Beato lui, vuol dire che può permetterselo.

Dedicato a Stefano, Luigi1, Luigi2, Maria, Antonella, Betty (continua)

domenica 15 febbraio 2009

Rognoni, Oh, Bleah, Ma che schifo, Buonissimi

Vorrei spezzare una lancia, anzi tutte le lance di questo mondo, a favore dei rognoni, che di per sé è quasi normale che facciano schifo.I rognoni fanno parte delle interiora, e già qui mi gioco il 50% dei lettori; in più, a peggiorare la situazione... sono i reni, l'elemento che raccoglie e filtra il sangue depositando i residui nelle urine. Incoraggiante, non è vero ?

Bene, smettiamo per un attimo di razionalizzare, dimentichiamo la provenienza, pensiamo per un attimo che quello che mangiamo è stato comprato in un supermercato, o da un macellaio, che vende carne "sicura" che supera severe norme igieniche. Questo significa che normalmente i rognoni che comprate dal vostro macellaio sono sicuri quanto la fettina di vitello (sempre concedendo che sono interiora)

Lavate i rognoni di vitello sotto l'acqua corrente (io non lo faccio mai, non lavo la carne, ma capisco che certe minoranze possano farlo), poi affettateli scartando ogni parte bianca e ogni parte fibrosa (molto importante, per ottenere un piatto di carne tenera e non grassa).
In una padella fate sciogliere del burro, e della senape (anche se è molto forte non preoccupatevi, il piatto risulterà alla fine molto gradevole)nell'ordine di 2 cucchiaini da caffè per ogni rognone. Aggiungete le fettine di rognone, mescolate bene e lasciate andare a fuoco medio-basso per circa 10 minuti. Completate prima di servire con un pizzico di pepe nero. Accompagnate con fettine tostate di polenta.

venerdì 13 febbraio 2009

Marco Confortola a Padova

Marco Confortola, (qui il suo sito) alpinista, reduce da una drammatica esperienza sul K2 durante la quale persero la vita 11 persone e lui stesso subì gravi danni fisici, tra cui l'amputazione delle dita dei piedi, sarà ospite di una serata organizzata dal C.A.I. di Padova il 6 marzo 2009 all'Auditorium Modigliani.

Auditorium Modigliani, via Delù
Tel. 049 8750842
ingresso libero

martedì 10 febbraio 2009

Della vita, della morte e del tutto

Seguendo a tratti, con doloroso distacco, il bailamme mediatico scatenatosi negli ultimi tempi attorno all'ennesimo caso di vita negata... o morte negata, mi succede di interrogarmi sull'argomento filosofico di cosa sia vita.

Per noi esseri umani pare sia facile definire la vita: si nasce, si cresce, si hanno speranze e desideri, si fanno esperienze, si accumulano vittorie e delusioni, sconfitte e soddisfazioni, si invecchia, si muore. Detto così sembra facile e logico. Ma forse il fatto che si invecchi, per esempio, non è del tutto scontato. Certo, la maggior parte di noi invecchia, ma quanti bambini muoiono ancora piccoli, ancora "irrealizzati" ? Questa ci sembra una ingiustizia, eppure è solo uno dei tanti modi che ha la natura, che NON è la buona "Madre Natura", per autoregolarsi.

Se cerco di immaginare la vita per un animale diverso dall'uomo posso immaginare, in base al suo livello nella scala evolutiva, delle pulsioni di base, qualche cosa simile a dei sentimenti e una cosiddetta "non coscienza di sé" che mi aiutano a semplificare il concetto, anche se non a giustificare violenze e sofferenze inutili
nei loro confronti.

Esistono poi le piante, i licheni, i virus, i batteri... tutte forme di vita in cui il concetto di "vita" è talmente lontano dal nostro sentire da permettermi di escluderle da questo ragionamento, fatto salvo il rispetto che porto per loro e le evidenti conseguenze della loro morte (vedi escherichia coli, tanto per dirne uno).

Ora per tornare a noi cerco di immaginare Eluana, giusto per non fare nomi, i suoi amici, le sue speranze, i suoi sogni... tutto spento in un attimo, tutto bloccato: niente più condivisione con gli amici, niente più indipendenza, niente più speranze, rimane solo la vita biologica, e in realtà nemmeno quella, in quanto dipendente dall'esterno. Cerco di mettermi nei suoi panni solo per un minuto, e la cosa mi risulta intollerabile: non poter correre, non poter mangiare le fragole con la panna, non poter baciare, non poter nuotare, non poter fare l'amore... non potere nulla. Mi chiedo quanto potrei sopportarlo, e so di sicuro che non sarebbero diciassette anni, e neppure diciassette mesi. E allora mi viene voglia di scomparire, continuo a chiedermi cosa ci faccio qui, e me lo chiedo giorno per giorno, notte dopo notte, per mesi, per DICIASSETTE ANNI.

E dopo questi ragionamenti penso che se una persona non è credente, ma anche se lo è, non può accettare questa forma di martirio, non tutti sono pronti a farlo, e soprattutto non tutti devono subirlo nel nome di una "volontà superiore", quando non riconoscano questa volontà, quando abbiano espresso la loro intenzione di non attendere la morte per anni legati ad un letto senza una più che ragionevole sicurezza di riguadagnare il loro stato naturale.

A piedi per Xiamen (Cina)


Mi sfiora un motorino che marcia in senso opposto a quello di marcia, silenziosissimo...elettrico; ora che ci faccio caso, sono tutti elettrici, solo motorini elettrici tutti mortalmente silenziosi quando ti arrivano alle spalle, peggio di ninja giapponesi. Già, qui il traffico è micidialmente privo di ogni regola civile: ognuno va dove deve andare ignorando completamente gli altri: sterzate e frenate brusche, repentini cambi di corsia, zig zag tra le macchine sono cose totalmente normali nel traffico di questa città, senza parlare dell'uso assolutamente improvvisato e immotivato di fari antinebbia (sia anteriori che posteriori, sempre accesi), abbaglianti, sia fissi che usati “a lampeggio”; si risparmiano un poco solo sul clacson, ma forse perché non ne hanno compreso appieno le potenzialità : infatti lo usano per dare i classici colpetti come a dire”sono qui, attento, spostati” sebbene la maggior parte delle volte non abbiano nessuno a cui rivolgere tale genere di avvertimenti; sembra proprio che si sentano autorizzati, addirittura tenuti, ad usare qualsiasi dispositivo dell'auto soltanto perché esiste. Si direbbe che abbiano imparato a guidare in un luna park, sugli autoscontri.
I più pazzi di tutti sono gli autisti degli autobus, che forti della loro mole non si fanno scrupoli a dominare il traffico; i tassisti, dal canto loro sembrano intenzionati a dare battaglia per il predominio sulle strisce d'asfalto e non cedono: si incuneano, con brusche frenate e repentine accelerazioni cercano di guadagnare metri e spazi preziosi, non si fanno scrupoli nemmeno nei riguardi dei pedoni, che, sulle strisce pedonali, sono considerati al pari di paletti come in uno slalom speciale.
I guidatori privati sembrano subire questa dicotomica lotta di titani, non rinunciando però, quando l'occasione o consente, a sferrare qualche attacco subdolo.
E per ultimi i pedoni, che senza dar l'aria di contare alcunché di fronte a tutti questi potenziali killer meccanici, ci mettono tutto l'impegno possibile per farsi trovare sempre e comunque sulla traiettoria di qualcuno, impiegando anche 5 minuti per attraversare una strada al momento deserta, scegliendo traiettorie che gli consentano di occupare la carreggiata il più a lungo possibile e ignorando deliberatamente strombazzate e occhiate furenti del driver di turno: sembra che non gli interessi niente di vivere o di morire Il mio spirito combattivo si risveglia, vedendo queste cose, e pur non conoscendo affatto la città mi immagino comunque di girarla alla guida di un grosso mezzo blindato giocando a carambola con le altre macchine.


Lungo la strada incontro delle “operatrici ecologiche”, spazzine le si sarebbe chiamate una volta senza offendere nessuno, con le loro iper tecnologiche ramazze di frasche...esatto, rami secchi, non di saggina come usava da noi, rami di vattelapesca quale pianta, sapientemente assemblati a comporre delle grandi scope piatte e rotonde come padelle per friggere. Con questi accessori le donne cinesi in completino giallo e rigorosamente con ampi cappelli in testa ramazzano le strade ammucchiando le foglie. Le segue un uomo su un carrettino a pedali che ogni tanto scende dal mezzo e con una grande paletta fatta con un bidone metallico per olio raccoglie la spazzatura. Le strade sono pulite.

domenica 1 febbraio 2009

Free Climbing Indoor

Per un pomeriggio diverso dal solito, per lui e per lei, e se avete dei figli, anche per loro, il centro di arrampicata di Sportler, all'uscita autostradale di Treviso Sud è il vostro posto ideale, un paradiso, per gli appassionati del settore:
oltre 1800 mq di superficie arrampicabile
500 mq di boulder interno,
100 mq di boulder all'esterno, su massi, e pareti estive
Altezza delle pareti da 10 a 20 metri
Difficoltà da 3+ all'8c, su tutte le inclinazioni
2 macchine per scalare anche da soli.

In più servizio bar, attrezzature per il riscaldamento, negozi di attrezzature e articoli sportivi, noleggio di scarpe, imbragature e corde.

Ci ho passato un sabato pomeriggio dopo circa 8 anni di assenza dalla pratica di arrampicata, ma le sensazioni erano le stesse di un tempo: belle pareti, dalle semplici alle ipertecniche, molta gente a confrontarsi e a scambiarsi pareri e dritte sulle varie vie , insomma vale una prima visita per chi è in zona, o per i curiosi, e vale molto di più per gli appassionati.

Attenzione: la magnesite in polvere è severamente vietata, ammesse la pallina o la magnesite liquida.

Per informazioni guarda qui.

martedì 27 gennaio 2009

Concerto a Mirano


Sara Jane Morris e Dominic Miller in concerto.

Al teatro Comunale di Mirano (VE) il 12 febbraio 2009 concerto di Sara Jane Morris con Dominic Miller alla chitarra.

Per info e prevendita il punto di riferimento è boxofficeitalia.

lunedì 26 gennaio 2009

Viaggio in Tibet



Una foto scattata lo scorso novembre a Lhasa, capitale del Tibet. Quello che si vede è il Barkhor, la strada che circonda il tempio di Jokhang, che viene percorso giornalmente da migliaia di fedeli e pellegrini, oltre che dai turisti. Ciò che per fortuna non si vede, ma che purtroppo c'è, è la massiccia presenza di polizia ed esercito a pattugliare le strade e a sorvegliare dai tetti il "pacifico svolgersi della vita".
Strana sensazione quella che si prova osservando i fedeli che camminano o quelli che per acquistare meriti percorrono la via sdraiandosi a terra ad ogni passo e poi volgere appena lo sguardo e vedere pattuglie di soldati in assetto da battaglia, con fucili in mano, elmetti e scudi. Un contrasto stridente che lascia tanto amaro in bocca.

Presentazione

Il primo post per presentarmi e salutare, come si conviene ad un nuovo arrivato. Da queste "pagine" tenterò, tempo e voglia permettendo, di creare piccoli nuclei di aggregazione, di stimolare semplici scambi di idee, di esprimere sensazioni, di manifestare sentimenti, usando le parole o le immagini che ho raccolto e immagazzinato negli anni.

Il fine ultimo è la condivisione di interessi, la divulgazione di impressioni e pensieri legati ad opere letterarie, brani musicali, esperienze di viaggio o semplicemente di momenti di vita quotidiana.

Focheggiando, il titolo di questo blog, fa riferimento all'azione che compie il fotografo quando mette a fuoco l'immagine selezionando particolari più o meno evidenti, in primo piano o sullo sfondo.