Cerca nel blog

domenica 15 febbraio 2009

Rognoni, Oh, Bleah, Ma che schifo, Buonissimi

Vorrei spezzare una lancia, anzi tutte le lance di questo mondo, a favore dei rognoni, che di per sé è quasi normale che facciano schifo.I rognoni fanno parte delle interiora, e già qui mi gioco il 50% dei lettori; in più, a peggiorare la situazione... sono i reni, l'elemento che raccoglie e filtra il sangue depositando i residui nelle urine. Incoraggiante, non è vero ?

Bene, smettiamo per un attimo di razionalizzare, dimentichiamo la provenienza, pensiamo per un attimo che quello che mangiamo è stato comprato in un supermercato, o da un macellaio, che vende carne "sicura" che supera severe norme igieniche. Questo significa che normalmente i rognoni che comprate dal vostro macellaio sono sicuri quanto la fettina di vitello (sempre concedendo che sono interiora)

Lavate i rognoni di vitello sotto l'acqua corrente (io non lo faccio mai, non lavo la carne, ma capisco che certe minoranze possano farlo), poi affettateli scartando ogni parte bianca e ogni parte fibrosa (molto importante, per ottenere un piatto di carne tenera e non grassa).
In una padella fate sciogliere del burro, e della senape (anche se è molto forte non preoccupatevi, il piatto risulterà alla fine molto gradevole)nell'ordine di 2 cucchiaini da caffè per ogni rognone. Aggiungete le fettine di rognone, mescolate bene e lasciate andare a fuoco medio-basso per circa 10 minuti. Completate prima di servire con un pizzico di pepe nero. Accompagnate con fettine tostate di polenta.

venerdì 13 febbraio 2009

Marco Confortola a Padova

Marco Confortola, (qui il suo sito) alpinista, reduce da una drammatica esperienza sul K2 durante la quale persero la vita 11 persone e lui stesso subì gravi danni fisici, tra cui l'amputazione delle dita dei piedi, sarà ospite di una serata organizzata dal C.A.I. di Padova il 6 marzo 2009 all'Auditorium Modigliani.

Auditorium Modigliani, via Delù
Tel. 049 8750842
ingresso libero

martedì 10 febbraio 2009

Della vita, della morte e del tutto

Seguendo a tratti, con doloroso distacco, il bailamme mediatico scatenatosi negli ultimi tempi attorno all'ennesimo caso di vita negata... o morte negata, mi succede di interrogarmi sull'argomento filosofico di cosa sia vita.

Per noi esseri umani pare sia facile definire la vita: si nasce, si cresce, si hanno speranze e desideri, si fanno esperienze, si accumulano vittorie e delusioni, sconfitte e soddisfazioni, si invecchia, si muore. Detto così sembra facile e logico. Ma forse il fatto che si invecchi, per esempio, non è del tutto scontato. Certo, la maggior parte di noi invecchia, ma quanti bambini muoiono ancora piccoli, ancora "irrealizzati" ? Questa ci sembra una ingiustizia, eppure è solo uno dei tanti modi che ha la natura, che NON è la buona "Madre Natura", per autoregolarsi.

Se cerco di immaginare la vita per un animale diverso dall'uomo posso immaginare, in base al suo livello nella scala evolutiva, delle pulsioni di base, qualche cosa simile a dei sentimenti e una cosiddetta "non coscienza di sé" che mi aiutano a semplificare il concetto, anche se non a giustificare violenze e sofferenze inutili
nei loro confronti.

Esistono poi le piante, i licheni, i virus, i batteri... tutte forme di vita in cui il concetto di "vita" è talmente lontano dal nostro sentire da permettermi di escluderle da questo ragionamento, fatto salvo il rispetto che porto per loro e le evidenti conseguenze della loro morte (vedi escherichia coli, tanto per dirne uno).

Ora per tornare a noi cerco di immaginare Eluana, giusto per non fare nomi, i suoi amici, le sue speranze, i suoi sogni... tutto spento in un attimo, tutto bloccato: niente più condivisione con gli amici, niente più indipendenza, niente più speranze, rimane solo la vita biologica, e in realtà nemmeno quella, in quanto dipendente dall'esterno. Cerco di mettermi nei suoi panni solo per un minuto, e la cosa mi risulta intollerabile: non poter correre, non poter mangiare le fragole con la panna, non poter baciare, non poter nuotare, non poter fare l'amore... non potere nulla. Mi chiedo quanto potrei sopportarlo, e so di sicuro che non sarebbero diciassette anni, e neppure diciassette mesi. E allora mi viene voglia di scomparire, continuo a chiedermi cosa ci faccio qui, e me lo chiedo giorno per giorno, notte dopo notte, per mesi, per DICIASSETTE ANNI.

E dopo questi ragionamenti penso che se una persona non è credente, ma anche se lo è, non può accettare questa forma di martirio, non tutti sono pronti a farlo, e soprattutto non tutti devono subirlo nel nome di una "volontà superiore", quando non riconoscano questa volontà, quando abbiano espresso la loro intenzione di non attendere la morte per anni legati ad un letto senza una più che ragionevole sicurezza di riguadagnare il loro stato naturale.

A piedi per Xiamen (Cina)


Mi sfiora un motorino che marcia in senso opposto a quello di marcia, silenziosissimo...elettrico; ora che ci faccio caso, sono tutti elettrici, solo motorini elettrici tutti mortalmente silenziosi quando ti arrivano alle spalle, peggio di ninja giapponesi. Già, qui il traffico è micidialmente privo di ogni regola civile: ognuno va dove deve andare ignorando completamente gli altri: sterzate e frenate brusche, repentini cambi di corsia, zig zag tra le macchine sono cose totalmente normali nel traffico di questa città, senza parlare dell'uso assolutamente improvvisato e immotivato di fari antinebbia (sia anteriori che posteriori, sempre accesi), abbaglianti, sia fissi che usati “a lampeggio”; si risparmiano un poco solo sul clacson, ma forse perché non ne hanno compreso appieno le potenzialità : infatti lo usano per dare i classici colpetti come a dire”sono qui, attento, spostati” sebbene la maggior parte delle volte non abbiano nessuno a cui rivolgere tale genere di avvertimenti; sembra proprio che si sentano autorizzati, addirittura tenuti, ad usare qualsiasi dispositivo dell'auto soltanto perché esiste. Si direbbe che abbiano imparato a guidare in un luna park, sugli autoscontri.
I più pazzi di tutti sono gli autisti degli autobus, che forti della loro mole non si fanno scrupoli a dominare il traffico; i tassisti, dal canto loro sembrano intenzionati a dare battaglia per il predominio sulle strisce d'asfalto e non cedono: si incuneano, con brusche frenate e repentine accelerazioni cercano di guadagnare metri e spazi preziosi, non si fanno scrupoli nemmeno nei riguardi dei pedoni, che, sulle strisce pedonali, sono considerati al pari di paletti come in uno slalom speciale.
I guidatori privati sembrano subire questa dicotomica lotta di titani, non rinunciando però, quando l'occasione o consente, a sferrare qualche attacco subdolo.
E per ultimi i pedoni, che senza dar l'aria di contare alcunché di fronte a tutti questi potenziali killer meccanici, ci mettono tutto l'impegno possibile per farsi trovare sempre e comunque sulla traiettoria di qualcuno, impiegando anche 5 minuti per attraversare una strada al momento deserta, scegliendo traiettorie che gli consentano di occupare la carreggiata il più a lungo possibile e ignorando deliberatamente strombazzate e occhiate furenti del driver di turno: sembra che non gli interessi niente di vivere o di morire Il mio spirito combattivo si risveglia, vedendo queste cose, e pur non conoscendo affatto la città mi immagino comunque di girarla alla guida di un grosso mezzo blindato giocando a carambola con le altre macchine.


Lungo la strada incontro delle “operatrici ecologiche”, spazzine le si sarebbe chiamate una volta senza offendere nessuno, con le loro iper tecnologiche ramazze di frasche...esatto, rami secchi, non di saggina come usava da noi, rami di vattelapesca quale pianta, sapientemente assemblati a comporre delle grandi scope piatte e rotonde come padelle per friggere. Con questi accessori le donne cinesi in completino giallo e rigorosamente con ampi cappelli in testa ramazzano le strade ammucchiando le foglie. Le segue un uomo su un carrettino a pedali che ogni tanto scende dal mezzo e con una grande paletta fatta con un bidone metallico per olio raccoglie la spazzatura. Le strade sono pulite.

domenica 1 febbraio 2009

Free Climbing Indoor

Per un pomeriggio diverso dal solito, per lui e per lei, e se avete dei figli, anche per loro, il centro di arrampicata di Sportler, all'uscita autostradale di Treviso Sud è il vostro posto ideale, un paradiso, per gli appassionati del settore:
oltre 1800 mq di superficie arrampicabile
500 mq di boulder interno,
100 mq di boulder all'esterno, su massi, e pareti estive
Altezza delle pareti da 10 a 20 metri
Difficoltà da 3+ all'8c, su tutte le inclinazioni
2 macchine per scalare anche da soli.

In più servizio bar, attrezzature per il riscaldamento, negozi di attrezzature e articoli sportivi, noleggio di scarpe, imbragature e corde.

Ci ho passato un sabato pomeriggio dopo circa 8 anni di assenza dalla pratica di arrampicata, ma le sensazioni erano le stesse di un tempo: belle pareti, dalle semplici alle ipertecniche, molta gente a confrontarsi e a scambiarsi pareri e dritte sulle varie vie , insomma vale una prima visita per chi è in zona, o per i curiosi, e vale molto di più per gli appassionati.

Attenzione: la magnesite in polvere è severamente vietata, ammesse la pallina o la magnesite liquida.

Per informazioni guarda qui.